Results for consunta translation from Italian to French

Computer translation

Trying to learn how to translate from the human translation examples.

Italian

French

Info

Italian

consunta

French

 

From: Machine Translation
Suggest a better translation
Quality:

Human contributions

From professional translators, enterprises, web pages and freely available translation repositories.

Add a translation

Italian

French

Info

Italian

nessuna parte consunta

French

pas de marques de frottement

Last Update: 2014-11-15
Usage Frequency: 2
Quality:

Reference: IATE

Italian

— attrezzatura sporca, consunta o deteriorata

French

— choix de l'équipement en rapport avec les facteurs individuels de l'utilisateur

Last Update: 2014-02-06
Usage Frequency: 1
Quality:

Reference: IATE

Italian

morrà pei vizzi suoi; qual consunta morrà.

French

elle périra de ses propres vices, épuisée.

Last Update: 2016-10-28
Usage Frequency: 1
Quality:

Reference: IATE

Italian

c'erano degli scontrini e una copia consunta de "i diritti dell'uomo" di thomas paine.

French

des tickets de caisse et un exemplaire de rights of man.

Last Update: 2016-10-28
Usage Frequency: 1
Quality:

Reference: IATE
Warning: Contains invisible HTML formatting

Italian

ma il nonno giurava... che piu' consunta e' la calza, piu' ricco e' l'aroma.

French

mon pépé jurait que plus la chaussette était sale, meilleur était le café.

Last Update: 2016-10-28
Usage Frequency: 1
Quality:

Reference: IATE

Italian

"ecco che io mi rivedo, la pelle consunta da fango e parassiti,..." ..vermi striscianti sotto le ascelle e nei capelli..."

French

je me revois, la peau couverte de terre et d'insectes... des vers sous les aisselles et dans les cheveux."

Last Update: 2016-10-28
Usage Frequency: 1
Quality:

Reference: IATE
Warning: Contains invisible HTML formatting

Italian

— attrezzatura sporca, consunta o deteriorata stato — controlli regolari — sostituzione a tempo debito — osservanza delle disposizioni fornite dal fab bricante

French

— remplacement en temps opportun — respect des indications du fabricant

Last Update: 2014-02-06
Usage Frequency: 1
Quality:

Reference: IATE

Italian

il testo accompagnato da questo simbolopane e pregiudizio 65 anni dell’anfe per i migranti testi scritta in scorrimento in sovrimpressione tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. costituzione italiana, art.3 scritta in sovrimpressione palermo, giugno 2012 voce da video b/n noi siamo qui senza famiglia – noi altri viviamo nella pulizia che è bella, ma la gente ci tiene alla larga perché un italiano pare che ha il cranio sporco ed è trattato come un delinquente oppure come un primitivo che neanche sa mangiare con la forchetta. scritta in sovrimpressione pane e pregiudizio 65 anni dell’anfe per i migranti da un'idea di gaetano cala' voce da video b/n “io vorrei vedere le loro mogli come mia moglie, con i figli lontani che non li conosce eppure li ha partoriti” scritta in sovrimpressione sceneggiatura giovanna taviani con la collaborazione di luca vullo voce off (gaetano calà) mi sono avvicinato all’anfe quando avevo 20 anni. avevo sentito parlare di questa associazione che protegge gli emigrati e le famiglie smembrate dall’emigrazione. scritta in sovrimpressione ricerche d'archivio gabriele scardino fotografia alessandro ghiara (aitr) assistente operatore martin foglia voci da video b/n siamo tutti pecore smarriti, partiamo e non sappiamo dove poter andare prima” – “loro non sanno quello che c’è in sicilia, c’è fame e miseria, c’è fame e miseria scritta in sovrimpressione suono ivano mataldi voce off (gaetano calà) sono nato a salemi e vivo a palermo, ma sarei dovuto nascere in australia, dove erano emigrati i miei zii e dove i miei genitori li avrebbero dovuti raggiungere. scritta in sovrimpressione musiche sun diego spitaleri voce off (gaetano calà) fu mia nonna materna ad opporsi, una donna che lottò con tutte le sue forze affinché la figlia non lasciasse mai la propria terra. voci da video b/n san bartolomeo in galdo, un paese del sud, un paese che muore scritta in sovrimpressione voce di maria federici lidia riviello montaggio luca gasparini (amc) voci da video b/n torino, milano, all’estero germania, svizzera, il più lontano, canada, venezuela. scritta in sovrimpressione montaggio del suono e mix giancarlo rutigliano direttore della comunicazione anfe vincenzo corona consulenza storico scientifica marcello saija voce off (ragazzo) vorrei partire per tornare. partire per conoscere voce ragazza emigrare per poi ritornare, per portare delle novità alla mia terra. scritta in sovrimpressione direttore di produzione stefania balduini ispettore di produzione piernicola pinnola delegata di produzione anfe elisabetta briguglio produttore esecutivo amedeo bacigalupo per nuvola film regia giovanna taviani scritta in sovrimpressione roma, verso la sede nazionale anfe voce off (gaetano calà) È forse per questo antico orgoglio materno, che sono stato sempre affascinato dalla figura di maria federici, un’altra grande donna del novecento, impegnata a fondo ad assistere le famiglie emigrate e a lottare per il loro ricongiungimento. voce intervista (maddalena buonauro) maria ovunque è andata ha portato il seme di quella che era la sua umanità. e si preoccupava di creare nelle persone la sensibilità dell’accoglienza, dell’accettazione e del ruolo da vivere. scritta in sovrimpressione maddalena buonauro, presidente delegazione regionale anfe campania voce off (gaetano calà) fu lei a costituire l’anfe qui a roma l’8 marzo del 1947, che vent’anni più tardi fu riconosciuta dal presidente della repubblica saragat ente morale. scritta in sovrimpressione da testi di maria federici voce off (maria federici) noi dell’anfe facemmo la nostra parte che è quella e tale deve rimanere, della strenua difesa dei migranti dinanzi agli egoismi internazionali ed al disinteresse nazionale. voce off (gaetano calà) la donna e la famiglia sono i due soggetti su cui maria federici concentra la sua maggiore attenzione quando decide di costituire l’anfe. la donna rimasta vedova bianca, in quanto il marito parte e la famiglia, quale nucleo che rimane sul territorio nazionale e su cui concentra la sua massima attenzione soprattutto per evitarne la separazione. voce intervista (fortunata pollani) le donne a stento erano arrivate alla prima elementare, alla seconda. le aiutavamo tant’è che abbiamo creato dei corsi popolari rivolti proprio a queste donne perché potessero autonomamente scrivere ai loro familiari quello che sentivano. scritta in sovrimpressione fortunata pollani, presidente delegazione provinciale anfe palermo voce off (maria federici) stremata, addolorata, avrebbe desiderato soltanto il possesso di una casa ove riunire i membri dispersi della famiglia, le memorie degli uccisi, ove riaccendere il focolare. voce intervista (fortunata pollani) tutto il giorno, dalla mattina alla sera, il nostro telefono squillava, la gente arrivava. tutte le istituzioni di palermo, dai patronati al provveditorato agli studi, alla provincia, al sindaco, alle parrocchie, tutti sapevano l’esistenza e tutti dinanzi a un problema avviavano gli emigrati da noi. venivano soprattutto le donne, le famose vedove bianche. voce off (gaetano calà) per quanto riguarda la vedova bianca maria federici utilizza il mezzo radiofonico per far comunicare queste donne con i loro mariti. intervista gaetano calà questa è una fotografia che rappresenta uno di questi momenti. È a firenze in particolare il primo programma radiofonico. voce off (gaetano calà) quest’anno, il 2012, l’associazione compie 65 anni dalla sua costituzione ed è un anniversario molto importante, che vede l’associazione impegnata a 360 gradi nelle politiche migratorie e soprattutto nella tutela dei diritti fondamentali del migrante. È un anno molto importante perché i flussi migratori non se ne parla ma sono ripresi con dati davvero terrificanti. si parla dal 2000 al 2009 di circa 600 mila giovani, tra i 18 e i 35 anni, che hanno lasciato il nostro paese, per andare a fare lavori umili, esattamente così come è accaduto ai nostri nonni in varie parti del mondo, dall’australia all’angola all’argentina ed è un dato davvero molto allarmante. scritta in scorrimento in sovrimpressione maria federici nasce nel 1899 all’aquila, città di emigranti – ieri come oggi – che ha conosciuto e continua a conoscere l’orrore del terremoto. scritta in sovrimpressione l’aquila scritta ripresa su foglio bianco queste sono le chiavi delle nostre case, appese alle transenne come le nostre speranze voce off (gaetano calà) l’aquila è una città fantasma, non c’è più nessuno. mancano giovani, non ci sono più anziani. mi ricorda terribilmente la sicilia. flussi migratori che hanno svuotato l’isola nel dopoguerra e poi quel terribile terremoto del 1968, nella valle del belice. scritta in sovrimpressione da testi di maria federici voce off (maria federici) era incominciata la fuga, la frana rovinosa specialmente del sud, che già nel primo quarto di questo secolo fa ascendere il numero degli espatri a 10 milioni. voci off da video d’archivio a guardia dei borghi rimangono vecchi e donne, le donne che vi raccontano come tutti i loro parenti se ne sono andati in america, il primo che se ne andò ha trascinato dietro tutti gli altri. voce intervista (goffredo palmerini) siamo nel quarto di santa maria paganica, in via accursio sotto al numero 24 , il numero civico della casa di maria federici. qui è nata nel 1899. È una via importante questa, molto legata alla storia della città. scritta in sovrimpressione goffredo palmerini, presidente delegazione regionale anfe abruzzo scritta in sovrimpressione da testi di maria federici voce off (maria federici) quando tuo marito sarà alla guerra o al foro, avrai per compagno questo cesto di lana voce off (goffredo palmerini) il cesto di lana è la rappresentazione della condizione della donna colpita o dall’emigrazione o dalla guerra, contro la quale maria federici esprime tutta la sua vitalità sia in campo sociale che in campo politico, per emancipare la donna da questa condizione totalmente ristretta nell’ambito familiare. scritta in sovrimpressione da testi di maria federici voce off (maria federici) non posso fare a meno di pensare a quanta distanza corra tra le possibilità femminili e la loro attuale presa sul mondo. voce off (goffredo palmerini) inizia la sua attività di insegnante, di giornalista. poi lascia l’italia quando, nel ’22 arriva il regime fascista e va all’estero negli istituti italiani di cultura ad insegnare intervista (goffredo palmerini) prima a parigi poi a sofia, poi anche al cairo. rientra in italia nel 1938, in quegli anni, quando purtroppo uscirono le leggi razziali. dopo il 1943/44 maturò il senso, già innato in sé, della difesa dei diritti delle donne, del ruolo che avrebbero dovuto assumere nell’italia liberata. quindi la prima operazione che fece fu quella di fondare ed essere la prima presidente del centro italiano femminile del cif. voce intervista (maddalena buonauro) il centro italiano femminile era per dare l’istruzione alle donne in tutta l’italia dove le donne erano soprattutto analfabete. e il cidd centro italiano difesa donne. maria si è impegnata per il mondo del lavoro, perché le donne lavoravano nelle campagne, nelle case, nell’artigianato. ed ha partecipato all’organizzazione delle acli associazione cattolica lavoratori italiani intervista fortunata pollani maria federici andava alla stazione termini a vedere i treni che venivano dal sud verso il nord, verso la germania. voce off (domenico saffo) si limitavano solo, allora, a dare presso le stazioni del latte per i bambini che partivano, bambini che avevano tanto bisogno, tanto bisogno di amore e lei dava tutto il suo amore lo dava tutto. lei non pensava a se stessa, pensava a come poter aiutare questi giovani, questi ragazzi che partivano. scritta in sovrimpressione domenico saffo, già presidente delegazione provinciale anfe catania scritta in sovrimpressione dal film “dallo zolfo al carbone” di luca vullo voce off (gaetano calà) sembra quasi un destino che questa donna sia nata proprio qui, all’aquila, la città che dette i natali ad alcuni dei minatori emigrati in belgio che morirono nella tragedia di marcinelle. tutto nacque nel 1946 dal patto scellerato tra l’italia e il belgio, per la fornitura di carbone in cambio di persone. voce off video b/n il fumo denso ed acre proviene dal pozzo n.1. da quasi mille metri di profondità vi arde un intero filone carbonifero e là sotto terra ci sono ancora 261 uomini, 139 italiani. da tutto il belgio sono accorsi volenterosi, che si calano giù per tentare di salvare i fratelli pur sapendo che potrebbero non ritornare più anche loro. attorno alla miniera centinaia di persone attendono da ore, ormai da giorni. hanno il proprio uomo, il proprio figlio sotto i loro piedi, consunti in una lenta orribile morte. voce intervista (goffredo palmerini) maria federici dedicò gran parte della sua attività di solidarietà proprio alle famiglie dei morti a marcinelle, per sostenere in aiuti, sussidi e le prime esigenze di quelle famiglie. intervista learco saporito noi aiutammo, su richiesta dell’ambasciata, a fare le capanne dove le donne, i figli e tutte le mogli aspettavano di sapere se questi dopo due giorni o tre giorni vivevano o non vivevano. scritta in sovrimpressione learco saporito, presidente onorario anfe voce intervista (goffredo palmerini) gran parte delle vittime provengono proprio da qui, dall’abruzzo scritta in sovrimpressione dal film “dallo zolfo al carbone” di luca vullo intervista minatori È troppo calda quella miniera, è troppo calda – la sicurezza non esisteva – si lavorava quasi nudi, con lo slip, un pantaloncino e scarponi e basta scritta in sovrimpressione da testi di maria federici voce off (maria federici) il lavoratore emigrato si è trovato solo, nella condizione di pedina in un gioco che non lo riguarda. solo a subire gli effetti di un sistema economico che a tratti scopre la sua brutalità mercificatrice e materialista. voce off (gaetano calà) la mancanza di lavoro fu una delle cause principali delle partenze degli italiani nelle miniere di marcinelle. per questo una delle battaglie principali condotte dalla federici, che continua ad essere la nostra battaglia, fu a favore della formazione professionale e contro la dispersione scolastica, affinché tragedie come quelle di marcinelle non si avvenissero più. scritta in sovrimpressione dal film “dallo zolfo al carbone” di luca vullo intervista donna in italia si stava troppo male intervista uomo sono partito dal paese con un passaporto e un fazzoletto, senza mangiare. ho preso un pugno di olive, un pezzo di pane. intervista donna tutti neri, non si vedeva né la faccia, niente voce off minatore uscivamo fuori neri come il carbone, ci voleva un ora per lavarsi. intervista minatore quello che mi ha tradito in belgio è stata la polvere. i polmoni ci si sono riempiti di polvere e la polvere che è entrata non uscirà più. scritta in sovrimpressione da testi di maria federici voce off (maria federici) così mi scrive rina morosini: ieri mattina c’è stata la s. messa, fuori della miniera con tutta la folla muta e implorante dei parenti. si chiede ancora la grazia di a dio di trovare dei vivi a quota 1030, ma ormai più nessuno spera tranne le mamme e le spose. le donne nel loro dolore dicevano “i nostri uomini vivi, o morti noi li vogliamo!” scritta in sovrimpressione roma, gianicolo colle del risorgimento italiano voce off (gaetano calà) ma l’impegno politico della federici comincia molti anni prima di marcinelle, a roma, dove arriva nel 1939 impegnata attivamente nella resistenza con un centro di assistenza ai reduci di guerra. voce off intervista (maddalena buonauro) maria federici ha adottato le donne perché le riteneva chiave nel processo di costruzione della società. soprattutto dopo la fine della guerra, quando l’italia andava ricostruita ma ricostruita dalle basi, dal nucleo familiare, diviso perché gli uomini erano morti in guerra, diviso perché gli uomini erano prigionieri di guerra e diviso perché le donne avevano subìto le violenze della guerra, le violenze fisiche, ricordiamo la ciociara non è solo un film è un fatto. voce off (gaetano calà) ma è a roma maria federici che l’impegno politico della federici si chiarisce e si concretizza in una delle imprese più importanti per la storia della nostra repubblica, la stesura della carta costituzionale. intervista learco saporito nel 1946 maria federici fu eletta all’assemblea costituente, non da sola ma con altre donne voce off intervista (maddalena buonauro) insieme a nilde iotti, tina anselmi, maria de unterrichter jervolino e di tante altre donne fino ad arrivare la numero di 21 che non era un numero prefissato, sono quelle che hanno trovato, perché erano donne che erano uscite dalla clandestinità della resistenza. per cui quando a roma si è tenuta la prima assemblea per i lavori della costituente, c’era maria c’erano le donne che ho citato che all’italia hanno dato questa carta splendida che speriamo non venga travisata dagli italiani in fretta e con superficialità. voce off (gaetano calà) l’italia nel dopo guerra era un paese ferito. partire significa realizzare i propri sogni altrove. emigrare era un momento di solidarietà e di scambi di esperienza scritta in sovrimpressione da testi di maria federici voce off (maria federici) l’emigrato italiano è portatore della sua esperienza professionale e tecnica, maturata all’estero, che è un patrimonio che questa patria potrebbe ben utilizzare a vantaggio di tutti. scritta in sovrimpressione roma museo nazionale dell’emigrazione italiana voce off (gaetano calà) ma la guerra significò anche motivo di ritorno. milioni di italiani tornarono a casa. per loro lavorò la federici e lavora ancora la nostra associazione. scritta in sovrimpressione da testi di maria federici voce off (maria federici) l’emigrazione della disoccupazione e della fame, delle famiglie rimaste nell’abbandono ed ignorate dall’assistenza legale. quell’emigrazione ha dato vita all’anfe, che a partire dal 1947 l’ha fatta sua. voce off intervista gaetano calà ma il problema più grande per chi si occupa di emigrazione riguarda la nostra posizione politica come italiani nei confronti di chi arriva nel nostro paese. politiche migratorie significa soprattutto un rapporto più equilibrato tra emigrazione ed immigrazione. due anni fa hai scritto una lettera al presidente della repubblica giorgio napolitano, caro presidente ci dia una speranza non voglio emigrare. perché hai scritto questa lettera scritta in sovrimpressione igiaba scego, scrittrice intervista igiaba scego ho scritto questa lettera al presidente della repubblica per tantissimi motivi. perché i giovanissimi, i giovani e io non più giovani come sono io, io ho 38 anni, abbiamo molta difficoltà ad entrare e a rimanere nel mercato del lavoro. io sono una ricercatrice oltre che scrittrice, una ricercatrice precaria e ahimè la cosa che mi ha creato molto dolore negli anni è il non essere riuscita a trasmettere il mio sapere ai più giovani. e questa situazione non è ahimè solo la mia, ma di tantissime persone qui in italia. quindi io ho scritto questa lettera perché mi fa male al cuore vedere tanti talenti italiani, che sono tantissimi, dall’illustrazione alla geofisica, che se ne vanno all’estero per poter riuscire. e tra i talenti italiani, non si dice mai, ci sono tantissimi figli di migranti che ritornano o nei paesi di origine dei genitori o proprio scelgono altri paesi. voce intervista (domenico saffo) con la federici ci mettiamo d’accordo di mandare degli insegnanti italiani in germania per insegnare la lingua italiana. e questa è una delle cose più belle che allora la maria federici prese a cuore perché anche lei era una immigrata. intervista igiaba scego la lingua è sempre fondamentale, secondo me, per inserirsi in un paese ancora di più perché ti permette di capire i codici di quel paese, di come funziona la burocrazia, di come funzionano le leggi che riguardano la tua vita. quindi io consiglio sempre ai migranti “studiate le lingua” poi molti ragazzi, lo vedo nell’autobus, nel tram, hanno il vocabolario in mano perché hanno proprio voglia di studiare, voglia di imparare. voce intervista (domenico saffo) io devo dire grazie ai vari professori di lingua che facevano i vari cosi di lingua per aiutare questi giovani a parlare la lingua italiana, a metterli in condizione di potersi esprimere, di poter dire anche la loro volontà, quello che desideravano fare. questo è stato quello che ho fatto, ci sono riuscito, non è colpa mia. intervista igiaba scego attraverso la lingua si può conoscere la storia e si può creare una nuova italia perché l’italia del futuro sarà l’italiano di dante ma arricchito dalla babilonia di lingue che ci sono. e non sarà un brutto italiano, sarà un bell’italiano. scritta in sovrimpressione da testi di maria federici voce off (maria federici) c’è un solo modo di conoscere gli emigrati ed è quello di calarsi nei loro problemi dopo esserci spogliati dei nostri pregiudizi culturali ed ideologici. voce intervista (maddalena buonauro) non è possibile parlare di famiglia, di popolo, di diritti alla cittadinanza se non teniamo conto che la cittadinanza è quella di nascita ma è anche quella che si acquisisce. intervista igiaba scego ahimè la politica fa muro, ci sono molte polemiche su questa cosa e invece sarebbe mol

French

the text accompanied by this symbol

Last Update: 2013-01-20
Usage Frequency: 1
Quality:

Reference: IATE

Get a better translation with
7,712,895,768 human contributions

Users are now asking for help:



We use cookies to enhance your experience. By continuing to visit this site you agree to our use of cookies. Learn more. OK