Şunu aradınız:: ti volevo salutare (İtalyanca - İngilizce)

ti volevo dire che tutto sta per finire
you wanted to

mi chiamo letizia e ti volevo fare una domanda.
my name is letizia and i wanted to ask you a question.

innanzitutto ti volevo chiedere come procede la carriera dei kirlian camera.
before all i'd like to ask how kirlian camera career procedes.

ti volevo appunto chiedere di questi cambiamenti nelle line-up, dalle origini ad oggi...
i'd like just to ask about these line-up changings, from the origins to today...

ernesto ti volevo dire nuovamente quanto ho apprezzato il workshop o come diresti tu, l'ho amatoooo.
ernesto just wanted to say again how much i appreciated the class or as you would say "looooved" it. you set a high bar for us, but from now on i will always hear your voice in my ear asking does it pass the heart beat test.

ti volevo chiedere delle cose a proposito di feste. se ti piace festeggiare, che tipo di feste ti piacciono.
i wanted to ask you things about parties. if you like to have party, what kind of parties do you like.

prima ti volevo dire un altra cosa circa la quarta ondata. gruppi come i nysje e come gli articles sono una appendice.
back to the thing about the fourth wave--at the very least, nysje and bands like the articles, we’re an extension.

ti volevo dire che sono finalmente riuscito a leggere il numero speciale di “a” e devo dire che mi ha davvero colpito.
i wanted to say that i finally read the special issue of "a " and i must say i was really impressed.

nelle prime ore del mattino mi diressi con la mia topolino in via ruggero fauro, una strada stretta piuttosto tranquilla nel quartiere parioli di roma. volevo salutare laura e vederla per l ultima volta.
in the early hours of that morning, i was in my "topolino," heading for via ruggero fauro, a quiet little street in the parioli district of rome. i wanted to say farewell to laura, to see her for the last time.

un bambino: ciao, sono francesco vin, e vengo dal collegio sant’ignazio di messina. ti volevo chiedere se sei mai stato in sicilia.
a young boy: hello, i am francesco vin and i come from the collegio sant’ignazio in messina. i wanted to ask you if you have ever been to sicily?

eheheh, qui ti volevo... mi fa piacere che tu me lo chieda. silent subliminal messaging (per semplificare ssm) è una tecnologia da noi sviluppata.
ahh, glad you asked. silent subliminal messaging, ssm for short, is a technology developed by us.

"la colpa è tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi..."
"it is your own fault," said the little prince. "i never wished you any sort of harm; but you wanted me to tame you..."

“e’ colpa tua,” disse il piccolo principe; “io non ti volevo far male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi.”
"it is your own fault," said the little prince. "i never wished you any sort of harm; but you wanted me to tame you..."

ciao consuelo, ti volevo proprio scrivere. guarda, sono proprio stata contenta, licia bravissima a gestire le folle di persone che si accalcavano per la cioccolata calda. non solo licia ma anche gli altri ragazzi, sempre sorridenti e disponibili.
hi consuelo, i really wanted to say i’m very happy with your service: licia well managed the crowds of people who flocked to have hot chocolate.. and not only licia but even the other guys were helpful and always with a smile on their face.

riflettere su quest’oggetto, spesso ti sei trovato davanti fermacarte, ferri di cavallo, ciottoli di fiume, ti viene in mente un bräzel salato – in due soli casi queste cose appesantirono qualcosa, una volta il mucchio di icone confiscate alla dogana siriana, l’altra, lettere presso una zia a krefeld, la quale ti voleva infilare in bocca qualche dolce fatto sempre e solo da lei stessa. se anche si trattava solo di fatture, di estratti conto della cassa di risparmio, si vedeva compiuto il senso del fermacarte – la rivista della ditta beretta, senza aver idea di come lei ne fosse in possesso, al confine con la siria era stata la mandibola di un asino.
thinking about this object, you’ve often come across paperweights: horse shoes, river stones, once a pretzel made of salt dough – only in two cases did the things weigh anything down, on one occasion the pile of confiscated icons, unlikely to tip over anyway, at the syrian customs, on one occasion actual papers at an aunt’s house in krefeld, a woman who always wanted to pop home-made treats in your mouth. even if it was only bills and bank statements, it looked like the paperweight fulfilled its purpose – the magazine of a beretta, who knows where she got it from, and on the syrian border the lower jawbone of a donkey.