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this part looks in turn at three very different works, each of which touches on the shoah, chance and questions of survival: an american work of popular science, leonard mlodinow's the drunkards walk (new york, 2008); a spanish film, intacto (dir. juan-carlos fresnadillo, 2001); and a masterpiece of holocaust literature, the hungarian imre kertész's sorstalanság (fateless, 1975).
questa parte del saggio procede affrontando una dopo l’altra tre opere molto diverse, ciascuna delle quali tocca la shoah, il caso e la questione del sopravvivere: un’opera di divulgazione scientifica, the drunkard’s walk (il passo dell’ubriaco, new york 2008), dell’americano leonard mlodinow; un film spagnolo, intacto, girato nel 2001 da juan-carlos fresnadillo; un capolavoro della letteratura sull’olocausto, sorstalanság (essere senza destino, 1975) dell’ungherese imre kertész. ciascuna delle tre ci mostra, in maniera diversa, come sia emerso nella nostra civiltà un qualcosa che somiglia a un mito moderno, un mito che considera la figura del sopravvissuto alla shoah grosso modo come l’incarnazione stessa della buona fortuna: come l’«uomo più fortunato del mondo» per antonomasia.