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mercurio
mercurius

mercurio, giove, figlio
mercurius, iovis, maiaeque filius

mercurio era il dio del commercio
per italiae vias enim boves

l'antico dio mercurio poeta
antiqui poetae deum mercurium caminetto et appellandosi desumibile dolori ed astutiarum

mercurio, il messaggero degli dei si
mercuri, tu es deorum nuntius

mercurio è il figlio di zeus e maia
etiam mercaturae,doli,sumniorum pascuorumque deus erat

il ministro degli dei mercurio è nuntiusque
minister nuntiusque deorum mercurius est

i galli adorano principalmente il dio il mercurio
deum maxime mercurium galli colunt

mercurio è il patrono dei commerci e delle strade.
mercurius commercii ac viarum patronus est

mercurio era considerato un dio giusto e buono dagli abbitanti di tebe
latino

nei templi dei romani c'era una statua di minerva e mercurio
in romanorum templis simulacra minervae mercuriique erant

mercurio in confronto al resto delle città commerciali lo illustra felicemente,
mercurius prae ceteris huic fauste emporiis illustro

gli abitanti di roma, in italia, da nettuno, mercurio e liberano un altare e sacrificarono le vittime.
ac

inviato da giove stesso, mercurio, l'interprete degli dei, porta gli ordini attraverso l'aria
iove missus ab ipso mercurius, interpres divom, fert iussa per auras

l. paris alexander, quando era andato a caccia nei boschi dell'ida, nei suoi sogni mercurio portò la luna, venere e minerva, per poter giudicare tra di loro dall'aspetto. (dar. fr.) 2. È difficile dire, quinto, quanto siamo odiati dalle nazioni straniere a causa delle passioni e delle ingiurie di coloro che abbiamo inviato loro in questi anni con arbitro. (cic.) 3. dopo gli antichi romani, dopo che si erano riuniti dentro un muro, essendo di diversa razza, di diversa lingua, e vivendo in un modo o nell'altro, è incredibilmente notevole come si unissero facilmente: così presto
l. paris alexander sibi in ida sylva cum venatum abisset, in somnis mercurus adduxat lunonem, venerem et minervam, ut inter eas de specie iudicaret. (dar. fr.) 2. difficile est dictu, quintes, quanto in odio simus apud exteras nationes propter eorum, quos ad eas per hos annos cum umperio musimus, libidines et iniurias. (cic.) 3. romani antiqui, postquam in una moenia convenerunt, dispar genere, dissimili lingua, ali alio more viventes, incredibile memoratu est, quam facile coaluerint: ita brevi multitudo dispersa atqua vaga concordia civitas facta erat